Come sono andate le vacanze 2020 in Italia?

Il turismo italiano, settore che alimenta il 13% del PIL, si è appena lasciato alle spalle una delle stagioni più complesse dalla sua storia. 

Dovendo riassumere in una frase l’andamento della stagione, si potrebbe dire “bene ma non benissimo”. Viste soprattutto le previsioni. 

Perché se è vero che, secondo i dati di Federalberghi, circa 1 italiano su 2 è andato in vacanza, con presenze molto elevate e vicine ai dati del 2019 nella settimana di Ferragosto, è altrettanto vero che complessivamente il calo rispetto all’anno precedente è evidente.

Sono diminuite la durata media della vacanza principale (-10%) e il numero di chi si concede anche una seconda vacanza estiva più breve. I motivi sono facilmente individuabili: budget ridotto (60,6% degli intervistati), ferie già consumate durante il lockdown (59,8%), nessuna chiusura estiva da parte della propria azienda (16,1%).

Il dato positivo riguarda il fatto che la stragrande maggioranza dei vacanzieri italiani quest’estate ha scelto proprio l’Italia come destinazione: la preferenza è sempre il mare, seguita dalla montagna con un calo delle città d’arte.

Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere la vacanza principale, l’hotel si conferma la prima scelta (24,7%). A seguire seguono case private (di parenti e amici o di proprietà) e le strutture bed&breakfast (14,2%). 

Le strutture ricettive, intatti, offrono maggiori garanzie di sicurezza e igiene, sia per gli alimenti sia per gli ambienti, e sono generalmente considerate meglio attrezzate per fornire assistenza in caso di necessità.

Come può ripartire il settore da questi numeri? La chiave è quella dell’innovazione. Secondo Deloitte, infatti, le infrastrutture made in Italy sono ancora poco tecnologiche e digitali. L’obiettivo è garantire al cliente finale modalità nuove di fruizione del servizio sia fisiche sia digitali, L’opportunità è quella di creare attraverso il digitale poli turistici interconnessi, in cui tutti gli attori partecipano alla valorizzazione del territorio e del suo potenziale commerciale, offrendo ai turisti un’esperienza di viaggio che se da un lato dimostra che siamo attrezzati per il “new normal” dall’altro risulta davvero all’altezza del patrimonio turistico che l’Italia è in grado di offrire.

Shared:

Potrebbe interessarti